La strategia evolutiva di una società nasce dall’osservazione del mercato e dalla sua capacità di adattamento. Il punto di partenza, per le ormai 90 agenzie per il lavoro in Italia, nasce dall’analisi delle quote di mercato di riferimento. Il mercato della somministrazione in Italia genera 7,2 miliardi di euro, dei quali 5,2 miliardi – il 73% – sono detenuti da solo 4 società.

Possiamo pensare che in futuro, a strategie invariate, le quote delle big possano subire delle modifiche ma che, in termini cumulativi, il peso specifico sul mercato non varierà molto. Con questa fotografia ci troviamo con oltre 80 agenzie a lottare nel segmento degli “others”, che rappresentano il 27%.

In uno scenario sempre più competitivo fatto di margini in contrazione, masse critiche per arrivare a break even, gestioni finanziarie complesse, cambiamenti normativi – anche repentini – la vita degli “others” è tutt’altro che facile. Le minacce dei big volte a diventare sempre più grandi sono tante, e reali, dunque è necessario evolvere e cambiare il modo di fare per avere maggiori possibilità in futuro.

Qualcuno potrebbe obbiettare che il mercato va bene, si cresce in doppia cifra, e non sembra necessario dover cambiare strategia e/o atteggiamenti. Ma è proprio in questi momenti dove “la pancia è piena” che dobbiamo pensare a come fare meglio, in termini di performance ed efficacia, a come metterci al riparo da rischi futuri – le crisi sono cicliche – o a saper cogliere nuove opportunità sul mercato.

C’è una sola chiave che può rappresentare il successo del futuro: la tecnologia.

La tecnologia rappresenta un asset unico, che può garantire efficienza ed efficacia. La banalizzo: la tecnologia si trasforma in efficienza quando i miei processi produttivi sono più snelli e più rapidi e in efficacia quando il mio candidato è il primo ad arrivare sulla scrivania del mio cliente.

Saper gestire l’informazione in modo rapido e strutturale rappresenta il vero vantaggio competitivo di oggi e del futuro. Quando parlo di tecnologia in una APL, non parlo di avere un software per stampare un contratto di lavoro. Non voglio sottovalutare un’attività centrale del core business, ma non è certo un software che genera margine; è un software importante ma di fatto si manifesta come una commodity.

Il mio margine nasce dalla capacità di raccogliere i candidati dalle fonti di reclutamento in modo organico e sfruttabile nel tempo, nella gestione delle informazioni cliente e candidato, nella capacità di analisi del dato. Ci troviamo di fronte a una mole di informazioni talmente enormi, ma al contempo preziose, che se non gestite correttamente non solo rischiano di farci perdere il patrimonio aziendale, ma anche di ridurre la performance produttiva.

La tecnologia è la fonte del Ngage tra voi, i vostri candidati e i vostri clienti.

Gabriele MolteniChief Executive Officer